È l’esito di una ricerca condotta da Doxapharma e presentata durante l’assemblea del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia
Sul totale farmacie italiane, il 26% è composto da punti vendita che appartengono a cooperative e a gruppi d’acquisto ma che mantengono al loro interno le scelte strategiche. Queste realtà si dichiarano propense a specializzarsi in modo strutturato e consistente sulla dermocosmesi. È l’esito di una ricerca condotta da Doxapharma e presentata durante l’assemblea del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia, che sottolinea come queste farmacie siano molto attive e si differenziano dalle altre perché fanno analisi sul territorio e valorizzano la customer experience. L’obiettivo di questo 26% del canale è offrire prodotti che partano dai bisogni del territorio, quindi un assortimento mirato e non indifferenziato, cioè non allargato a molteplici referenze ad alta rotazione. La ricerca, che è stata condotta su 500 farmacie rappresentative della realtà nazionale, ha rilevato anche il grande bisogno di formazione del personale. “Non è il punto vendita che fa la differenza – ha osservato il vicepresidente di Doxapharma Gadi Schoenheit – ma è il farmacista che sta dietro il banco. È lui che genera fiducia e attira la clientela”. Rispetto a questo tema, Schoenheit ha evidenziato che sono sempre meno le aziende a sponsorizzare i corsi: il farmacista, imprenditore di se stesso, provvede da solo a un bisogno strategico di sviluppo della capacità consulenziale e gestionale del punto vendita.
Altri elementi ancora inespressi nelle farmacie sono la mancanza di emozione, l’assenza di tempo da dedicare al cliente e soprattutto la mancanza di continuità consulenziale tra il banco dell’etico e quello del cosmetico. Come è stato rilevato nel convegno organizzato lo scorso mese di aprile da Pambianco Beauty, il farmacista specializzato sull’etico dovrebbe essere preparato anche sulle problematiche cosmetiche in modo da porre le domande giuste alla cliente e accompagnarla verso il reparto cosmetico, affidandola a una specialista ma possibilmente rimanendo con lei. Il concetto centrale quindi è partire dalla patologia, che è il motivo per cui spesso il consumatore entra in farmacia, e poi portarlo verso la dermocosmesi.
“Non è vero – ha concluso Schoenheit – che le farmacie sono tutte uguali. Abbiamo notato molte trasformazioni e tanto attivismo. L’importante è non fare il follower di altri canali, come le profumerie. Il posizionamento della farmacia è ‘prendersi cura’ del cliente, considerando la bellezza come parte del suo benessere globale”.
fonte: pambianco
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